BLOG ALIMENTARE VETERINARIO
La nutrizione veterinaria secondo MyVetDiet
Il blog sullo stile di vita sano e consapevole da far adottare ai nostri amati cani e gatti.

Nutrienti, Patologie, Terapia dietetica

L'integrazione con olio di cocco in diete casalinghe di cani affetti da enteropatia cronica.


mercoledì 19 aprile 2023


L'integrazione con olio di cocco in diete casalinghe di cani affetti da enteropatia cronica

L'olio di cocco rappresenta una fonte di grasso vegetale particolarmente ricca di trigliceridi a media catena (MCT), molecole che vengono sempre più spesso studiate per i loro potenziali effetti benefici

Gli MCT sono molecole lipidiche costituite da acidi grassi a catena media (MCFA) ossia acidi grassi saturi con una catena composta da un numero di atomi di carbonio compreso tra 6 e 12 di cui i principali sono l'acido caproico (C6:0), l'acido caprilico (C8:0), l'acido caprico (C10:0) e l'acido laurico (C12:0).

La principale caratteristica degli MCFA è rappresentata dall'essere maggiormente solubili in acqua e in liquidi biologici rispetto agli acidi grassi polinsaturi a lunga catena con la conseguenza di essere rapidamente assorbiti attraverso la mucosa intestinale e trasportati direttamente al fegato attraverso la vena porta, bypassando il sistema linfatico, e rendendoli un substrato preferenziale per la beta ossidazione piuttosto che per lo stoccaggio dei lipidi.

Proprio per questa caratteristica unica, essi vengono comunemente utilizzati nelle diete umane per pazienti affetti da obesità o malattie digestive che comportano un malassorbimento dei grassi.

In particolar modo, essi rappresentano un caposaldo del trattamento dietetico di persone affette da linfangectasia intestinale primaria.

Questo meccanismo di assorbimento, dimostrato in medicina umana, ad oggi, non è stato scientificamente dimostrato anche nella specie canina e gli studi sul loro utilizzo nei cani sono ancora limitati.

Fino a poco tempo fa, esistevano solo due pubblicazioni scientifiche in cui essi venivano utilizzati in cani affetti da enteropatia proteino-disperdente.

Un numero maggiore di studi si è invece concentrato sul loro utilizzo nei suini come sostanze ad effetto antibatterico per la loro capacità di penetrare la membrana batterica (in particolare di batteri gram-positivi) e distruggere le strutture interne nonché sul loro effetto benefico sul microbiota intestinale, supportato da un aumento dei batteri benefici Bifidobacterium e Lactobacillus spp.

In base alle evidenze raccolte nei suini e negli umani, ci si chiede se gli MCT possano avere gli stessi effetti benefici in cani affetti da enteropatia cronica con potenziale malassorbimento di grassi e disbiosi intestinale.

Per provare a rispondere a questa domanda, è stato effettuato uno studio, pubblicato recentemente e "open access", da parte del dipartimento di scienze mediche veterinarie dell'università di Bologna in collaborazione con il Gastrointestinal Laboratory, Department of Small Animal Clinical Sciences dell'università A&M del Texas di cui riportiamo di seguito i risultati e in bibliografia il link per la lettura.

Per questo studio sono stati arruolati 18 cani di proprietà privata con un'anamnesi di segni gastrointestinali cronici che duravano da più di 3 settimane e che comprendevano diarrea, vomito, perdita di peso, diminuzione dell'appetito, o una combinazione di questi sintomi, ma non tutti i soggetti presentavano una disbiosi intestinale (valutata in base all'indice di disbiosi).

I cani avevano tutti un'età maggiore di un anno e un test coprologico negativo per parassiti intestinali nonché esami emato-biochimici che escludevano altre condizioni patologiche che potessero giustificare la sintomatologia clinica.

Essi sono stati alimentati con dieta casalinga completa e bilanciata con una nuova fonte di proteina, ossia il cavallo, e un'integrazione mineral-vitaminica fornita attraverso prodotti destinati al consumo umano per evitare l'assunzione di proteine animali non conosciute, presenti frequentemente nei prodotti veterinari per aumentarne l'appetibilità.

Per l'esattezza sono state studiate due diete: una composta da patate, carne di cavallo, zucchine, olio di semi di girasole, olio di lino e integratore mineral-vitaminico e l'altra in cui una parte dell'olio di girasole è stato sostituito con dell'olio di cocco al fine di andare a coprire con esso il 10% dell'energia metabolizzabile della dieta.

Le due diete presentavano una composizione in proteina grezza, grasso grezzo, fibra grezza, amido, umidità e ceneri molto simili tra loro.

La principale differenza consisteva, invece, nella composizione degli acidi grassi (in percentuale rispetto agli acidi grassi totali) delle due diete, infatti, la dieta arricchita con olio di cocco conteneva il 36,77% di acidi grassi a media catena contro il 2,03% della prima dieta.

Prima dell'inizio dello studio sono stati valutati per tutti i soggetti il peso corporeo, il BCS, il CCECAI e il fecal score, dopodiché è stata introdotta gradualmente (per 4 giorni) a tutti i cani la dieta casalinga senza olio di cocco che è stata mantenuta per 7 giorni come unica dieta.

A questo punto è stato ricontrollato il fecal score e a partire dall'ottavo giorno è stata introdotta la supplementazione di olio di cocco per i successivi 30 giorni.

Al termine dello studio i cani sono stati rivalutati in base al CCECAI, al fecal score, al BCS ed è stato effettuato un esame emato-biochimico di controllo.

Inoltre, è stato effettuato un esame delle feci (dopo i 7 giorni di sola dieta casalinga e al termine dello studio) che comprendeva l'analisi chimica del contenuto in acidi grassi, steroli e acidi biliari nonché un'analisi microbica.

I risultati di questo studio hanno mostrato una risposta positiva alla dieta casalinga di tutti i cani arruolati per lo studio che sono stati perciò classificati come animali affetti da enteropatia dieta-responsiva. Il fecal score ha avuto un miglioramento significativo per tutta la durata dello studio e la maggior parte dei cani al termine presentava dei punteggi tipicamente associati ad animali sani.

Anche per il punteggio di CCECAI il miglioramento è stato significativo in tutti gli animali, ad eccezione di due soggetti che presentavano anche al termine dello studio una malattia moderata/grave ancora persistente. Questi due cani, all'inizio dello studio, presentavano un indice di disbiosi elevato e uno di essi anche una concentrazione di cobalamina sierica non ottimale.

Purtroppo, dallo studio effettuato, risulta difficile attribuire i miglioramenti alla sola supplementazione nella dieta di olio di cocco.

Infatti, se per ciò che riguarda il fecal score, esso è stato controllato sia all'inizio della dieta, sia dopo una settimana di dieta casalinga senza integrazione e sia al termine dei 30 giorni di dieta contenente olio di cocco, il CCECAI è stato valutato solo all'inizio e al termine dello studio.

Ne consegue che se per il fecal score è possibile ipotizzare che il miglioramento sia dovuto ad un effetto benefico della supplementazione con acidi grassi a media catena, con il CCECAI è impossibile distinguere se il miglioramento sia dovuto al solo passaggio alla dieta casalinga con fonte proteica nuova o ad un effetto legato alla presenza nella dieta dell'olio di cocco.

Invece, le analisi chimiche delle feci hanno mostrato che il solo passaggio alla dieta casalinga ha ridotto l'escrezione di grasso fecale totale e che l'inserimento nella dieta di trigliceridi a media catena ha modificato il profilo di acidi grassi presenti nelle feci.

In particolar modo, a seguito della dieta con integrazione è stato osservato un aumento della percentuale fecale di acidi grassi a media catena C10:0, C12:0, di C14:0 ma non di C8:0 e una riduzione dell'acido oleico e degli acidi grassi polinsaturi totali.

Nonostante lo studio non avesse lo scopo di valutare la digeribilità degli acidi grassi a media catena e le modalità in cui essi vengono assorbiti a livello intestinale nel cane, gli autori in base a questi risultati hanno sospettato che ci sia, nei cani affetti da enteropatia cronica, un'alterazione dell'assorbimento passivo intestinale di MCFA che hanno catene di carbonio più lunghe di otto atomi di carbonio.

Infatti, come detto precedentemente, nel cane non si hanno certezze che gli acidi grassi a media catena siano completamente assorbiti dalla mucosa intestinale come acidi grassi liberi senza l'azione dei Sali biliari e delle lipasi pancreatiche poiché è stato riscontrato un assorbimento degli MCFA anche nella linfa.

Se così fosse, secondo gli autori, sarebbe preferibile utilizzare come fonte di MCT in cani affetti da enteropatia cronica non l'olio di cocco (che contiene prevalentemente C12:0) ma MCT oil purificati che invece presentano un elevato contenuto di acido caprilico (C8:0) e di acido caprico (C10:0), fermo restando l'importanza di effettuare ulteriori studi per capire come avviene realmente l'assorbimento degli MCFA nel cane, se attraverso il sistema venoso portale oppure attraverso il sistema linfatico, come è stato osservato in altre specie animali.

Infine, l'analisi microbica delle feci nelle varie fasi dello studio ha mostrato che l'integrazione con olio di cocco non ha esercitato alcun effetto modulatorio sul microbioma fecale e tutti quei cani che sono stati classificati come disbiotici all'inizio dello studio sono restati tali fino al termine di esso.

In particolar modo essi presentavano una ridotta concentrazione di C. Hiranonis in tutti i campionamenti effettuati.

Questo, però, non deve far pensare che in assoluto l'uso di MCT non possa influenzare positivamente l'indice di disbiosi di un cane poiché potrebbe essere semplicemente necessario più tempo affinché questo avvenga rispetto ai soli 30 giorni di durata di questo studio.

BIBLIOGRAFIA:
- Carla Giuditta Vecchiato, Carlo Pinna, Chi-Hsuan Sung, Francesca Borrelli De Andreis, Jan S. Suchodolski, Rachel Pilla, Costanza Delsante, Federica Sportelli, Ludovica Maria Eugenia Mammi, Marco Pietra and Giacomo Biagi.  Fecal Microbiota, Bile Acids, Sterols, and Fatty Acids in Dogs with Chronic Enteropathy Fed a Home-Cooked Diet Supplemented with Coconut Oil. Animals 2023, 13, 502. https://doi.org/10.3390/ani13030502


Lascia un commento

Prima di lasciare il tuo commento, raccontaci qualcosa di te: sei un utente già registrato al sito?


Sono già registrato su MyVetDiet.it
Sono un nuovo utente e non sono ancora registrato su MyVetDiet.it




Autorizzo ai sensi del Regolamento (UE) n. 679/2016 il trattamento dei miei dati personali
Accetto le condizioni contrattuali di MyVetDiet




Tags

acidi grassi a media catenaacidi grassi saturiacidi grassi polinsaturienteropatia responsiva alla dieta